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Grandi squadre: 7 titolari su 11 sono stranieri

(di Andrea Ranaldo) – Nei giorni scorsi abbiamo provato a cercare le cause della disfatta dell’Italia, analizzando il numero di giocatori stranieri presenti in Serie A, e paragonandolo a quello degli altri principali campionati europei (clicca qui per leggere l’articolo).
Oggi, invece, andiamo a osservare quanto, concretamente, incidano nelle nostre squadre i calciatori provenienti dall’estero.

SASSUOLO E UDINESE AGLI ANTIPODI
Nella nostra ricerca abbiamo preso in considerazione solamente le formazioni tipo di tutte e venti le compagini che compongono il nostro campionato: vi sono 119 stranieri titolari su un totale di 220 calciatori, pari al 54%.
Agli antipodi, in questa statistica, abbiamo il Sassuolo, che presenta un 11 “tipo” di soli italiani (mentre sono 4 gli stranieri in rosa), e l’Udinese, che, di contro, propone una squadra titolare priva di giocatori “azzurrabili”.
LE PRIME DELLA CLASSE DIETRO ALLA LAVAGNA
Il dato, però, si fa molto più interessante se prendiamo in esame solamente le sei “grandi” del nostro campionato. Juventus, Napoli, Roma, Lazio e Inter dominano la classifica con ben 9 titolari stranieri, mentre il Milan, con 5, prova a tenere alto il vessillo tricolore. E i risultati del club rossonero, forse, dimostrano, una volta di più, il momento difficile del nostro movimento.
Osservando solo le cosiddette “sei sorelle” (Juventus, AC Milan, Inter FC, AS Roma, Lazio, SSC Napoli), dunque, la percentuale si impenna esponenzialmente, sfiorando il 75%. Un numero che non può che preoccupare: sono sempre stati i “blocchi” delle squadre di vertice, come il blocco Juve o il blocco Milan, a trascinare la Nazionale verso grandi traguardi.
CAMPIONI IN ITALIA, “COMPARSE” IN NAZIONALE
Ad alimentare i dubbi sulla competitività del nostro campionato, vi è un altro aspetto per nulla secondario. Se nel 2006, anno della meravigliosa notte di Berlino, che ci ha incoronato Campioni del Mondo per la quarta volta nella nostra storia, la Serie A era vista come un punto di arrivo, e vi militavano infatti campioni del calibro di Andriy Shevchenko, David Trezeguet e Luis Figo, oggi le nostre stelle più luminose sono poco più che comparse nelle rispettive Nazionali.
È il caso, ad esempio, di Paulo Dybala, Dries Martens e Radja Nainggolan, autentici leader tecnici nel proprio club, ma comprimari in Patria.
ITALIANI NEL MONDO
A confermare il grandissimo affanno del nostro movimento calcistico vi è un ultimo dato: l’esiguo numero di italiani che giocano all’estero.
In Spagna milita Simone Zaza, che a Valencia sta vivendo una delle migliori stagioni della sua carriera, mentre in Francia Mario Balotelli sembra aver trovato a Nizza un suo equilibrio, per quanto instabile. Alterna luci e ombre, invece, Manolo Gabbiadini, 3 reti, quest’anno, in Premier League con la maglia del Southampton. Ed è doveroso menzionare Matteo Damian e Davide Zappacosta, stantuffi inesauribili, ma raramente titolari, di Manchester United e Chelsea.

Tuttavia, l’unico ad essere protagonista in un top team europeo è Marco Verratti, capace di incantare il Parco dei Principi di Parigi, ma anche di deludere in azzurro. Tuttavia è dal suo talento che la nuova Nazionale potrebbe ripartire, con la consapevolezza che il “fallimento” del citi Gian Piero Ventura non è figlio della casualità, ma di gravissimi errori strutturali da ovviare con riforme concrete e persone competenti al timone.

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Redazione

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