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Fumata nera per Sakara: svanisce il sogno del titolo medi di Bellator MMA

(di Vittorio Niccolai) – Alessio Sakara non ce l’ha fatta. Al Mandela Forum di Firenze, davanti a oltre 7 mila appassionati, l’italiano è andato al tappeto al 44° secondo del primo round. Svanisce così – forse definitivamente – il sogno di indossare la cintura Bellator dei pesi medi, categoria nella quale non combatteva da quattro anni e per la quale ha dovuto sostenere un taglio del peso sfibrante. Terza difesa del titolo per il brasiliano Rafael Carvalho, che, con questa vittoria, pareggia il precedente record di Alexander Shlemenko.

L’incontro (match di cartello dell’Oktagon-Bellator, al secondo anno consecutivo a Firenze), è stato praticamente senza storia. Il rispetto reciproco si è preso i secondi iniziali, nei quali Sakara ha studiato la guardia ambidestra di Carvalho. Una ginocchiata e un middle kick del brasiliano sono sembrati un antipasto leggero, ma col senno di poi mal digerito: il campione romano ha subìto (troppo) i colpi ed è indietreggiato verso la rete, prestando il fianco all’avversario, che ha caricato.

Ginocchiata di rincorsa per aprire la guardia e gancio terribile. Sakara è andato giù, ed è bastato un ultimo destro al volto per far decretare il KO dall’arbitro Dan Miragliotta. Curiosità: Miragliotta aveva già arbitrato il “Legionario” nell’UFC 154 di Montréal del 2012. Quella volta ad andare al tappeto era stato Patrick Coté, ma subito dopo era arrivata la squalifica (contestata) di Sakara per colpi scorretti alla nuca.

Il sesto successo su sei incontri nella divisione (4 finiti per KO) rende la cintura dei pesi medi più comoda sui fianchi di Rafael Carvalho, ma nuovi competitor si affacciano all’orizzonte: il veterano UFC Gegard Mousasi ha appena firmato con la divisione Bellator e prepara l’attacco al titolo; il peso welther Rory MacDonald, altro ex-UFC, aspetta l’occasione nella categoria superiore dopo la convincente vittoria di maggio contro Paul Daley.

Per il trentaseienne campione italiano è invece tempo di riflessioni. Rimanere nella categoria o tornare nei mediomassimi? Continuare a coltivare lo stimolo di portare in Italia il primo titolo MMA, o tramandare l’obiettivo alle nuove leve (Alessio Di Chirico e Marvin Vettori su tutti)? Domande importanti, perché al momento Alessio Sakara è il simbolo della MMA italiana, dopo aver tenuto alto il tricolore per 15 anni (in questo momento negativo, gli va tributato l’onore che merita).

Negli altri incontri di MMA, vittorie per Gregory Babene (sottomissione per armbar nel primo round contro l’albanese Tony Zanco) e per Carlos Leal Miranda (ai punti contro Mihail Nica); nella categoria femminile dei pesi mosca, l’emergente (e talentuosa) colombiana Alejandra Lara ha avuto la meglio al terzo round sulla più esperta Lena Ovchynnikova (sottomissione per rear-naked choke). Nel co-main event, il peso leggero Brandon Girtz ha interrotto la striscia negativa, che durava da novembre 2015: l’aggressività dell’americano ha schiacciato il debuttante Luka Jelcic alla rete, due destri al mento hanno fatto il resto. “Il pubblico italiano è fantastico. Vorrei tornare all’evento di Roma,” le parole di Girtz. Visto il successo di pubblico, a luglio Oktagon-Bellator replicherà nella città eterna (si parla della data del 7 luglio in una location ancora tutta da svelare, come ieri confermato dallo stesso Carlo Di Blasi – deus ex machina della manifestazione internazionale): lo spettacolo è garantito. E potrebbe diventare la grande occasione per trasformare l’MMA in un big event all’americana.

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Redazione

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