Brasile 2014

Editoriale – Siamo sinceri: chi non segna non vince!


(di Marcel Vulpis) – Chi morde un avversario deve essere espulso, ma non siamo usciti per il morso del “Pistolero” Suarez a Chiellini (nella foto in una operazione marketing della Juventus in concomitanza di Halloween), ma per la mancanza di gioco, per la totale assenza di azioni in attacco, per un centravanti sopravvalutato (Mario Balotelli) in Italia, ma ridimensionato appena si gioca all’estero, e, soprattutto per un livello bassissimo di tenuta atletica (nonostante test, casetta Manaus ed anche una app speciale “tarata” su ogni azzurro). Abbiamo cercato con l’Uruguay, siamo sinceri, di portare il pareggio a casa (perchè tutti gli opinionisti parlavano di due possibilità su tre), abbiamo fatto un po’ troppi falli (quello di Marchisio in Italia non lo fischiano, ma all’estero sì) e abbiamo anche cercato di gestire una partita “maschia”, quando centro/sudamericani non lo siamo e non lo saremo mai. Insomma abbiamo cercato il pareggio per passare agli ottavi all’italiana e giustamente siamo stati puniti. Nella realtà è un vero e proprio fallimento, tecnico, sportivo ed atletico. Con un “colpevole”, il c.t. Cesare Prandelli, che ha avuto due anni per fare esperimenti e invece fino a 2 ore della partita ancora (forse) non aveva deciso come si sarebbe scesi in campo. Dopo Germania2006 siamo scesi nell’oblio, con una prima eliminazione in Sudafrica e adesso in Brasile, sperando che prima Lippi e poi il “genio” Pirlo potessero fare il miracolo. Se guardiamo la Colombia, l’Olanda o la Francia, in questo Mondiale, sembrano volare in campo, i nostri erano fermi sulle gambe sin dalla prima partita. Singolare anche questo, soprattutto con giocatori della Juventus che fino ad un mese fa volavano sui campi di gioco tricolori. Anche su questo sarebbe interessante avere, prima o poi, un parere tecnico-atletico. 

Ma considerazioni di campo (e non solo) a parte siamo fuori ed è il declino di un movimento calcistico nazionale nel suo complesso. Servono dirigenti giovani, magari anche stranieri. Tecnici capaci di portare in dote nuove metodologie di gioco e di allenamento. Serve testa e cuore, perchè non vediamo in FIGC nè l’una nè l’altra. Questa nazionale è il negativo del film di Paolo Sorrentino, vincitore di un Oscar ad Hollywood. Dalla “Grande Bellezza” alla “Grande Bruttezza”. 
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Marcel Vulpis

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