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Diritti tv centrali nel risultato di bilancio biancoceleste (2a parte)

(di Marcel Vulpis) – La Lazio ha superato i 98,24 milioni di euro di fatturato netto. Nell’area ricavi sono da considerare anche i 30,57 milioni derivanti dalla gestione dei diritti pluriennali dei calciatori (il bilancio del player trading, nel periodo di riferimento, mettendo a confronto costi e ricavi, è stato positivo per 4,04 milioni di euro).

Le entrate della società biancoceleste sono legate a filo doppio ai diritti tv, che, nel precedente campionato, si sono fermati a 73,40 milioni di euro (+8,15% rispetto ad un anno fa); il secondo migliore risultato nell’esame dell’ultimo quinquennio (soltanto nel 2015 le entrate da diritti televisivi sono state superiori: 84,30 milioni). A determinare questa crescita i ricavi da competizioni europee. Importante anche la valorizzazione della partecipazione alla Tim cup (ex Coppa Italia) pari a 4.508.000 euro (contro gli 865 mila del 2015/16).  Molto inferiori gli introiti del settore commerciale: 14,53 milioni di euro, anche se si è registrato un +20,05% rispetto al 2015/16. E’ comunque il risultato migliore del quinquennio 2013-2017. La realtà capitolina è legata, da diversi anni, all’advisor Infront Italy, che la supporta nelle vendite e nella gestione dell’area ospitalità, quest’anno molto potenziata, all’interno dello stadio Olimpico, attraverso l’accordo con il marchio della ristorazione “JRE”.

Nello scorso campionato il rapporto principale è stato con il brand Seleco (presente sia come main che come retro sponsor di maglia) e con Macron (sponsor e fornitore tecnico dei biancocelesti). Una sponsorizzazione di maglia del valore di 2.076.000 euro, che, nella stagione in corso, è stata ulteriormente potenziata con l’ingresso di Marathonbet (colosso russo delle scommesse sportive). Quest’ultimo ha sostituito proprio Seleco, che rimane, per il momento, solo nella parte posteriore della divisa di gara. In totale si stima che la maglia valga più di 4,5 milioni di euro. La collaborazione commerciale, come sottolineato dai vertici dell’azienda moscovita, sarà attiva fino al prossimo 31 dicembre 2018, quando diventerà operativo il divieto di marchi sponsor nel mondo dello sport, nel rispetto delle norme collegate al Decreto Dignità (pone limitazioni alla pubblicità delle realtà del betting sul mercato nazionale), diventato legge dello Stato lo scorso 12 agosto.

Completano l’area ricavi i 7,63 milioni di euro della biglietteria, in crescita di 100 mila euro rispetto al 2015/16, ma nettamente inferiore, per esempio, al dato 2013 (10,77 milioni).

Il peso degli “altri ricavi” infine è pari a 2,66 milioni di euro (-47,25% rispetto al 2015/16, quando sono stati superati di poco i 5 milioni), il dato peggiore dell’ultimo quinquennio biancoceleste.

La Lazio ha superato i 98,24 milioni di euro di fatturato netto. Nell’area ricavi sono da considerare anche i 30,57 milioni derivanti dalla gestione dei diritti pluriennali dei calciatori (il bilancio del player trading, nel periodo di riferimento, mettendo a confronto costi e ricavi, è stato positivo per 4,04 milioni di euro).

Le entrate della società biancoceleste sono legate a filo doppio ai diritti tv, che, nel precedente campionato, si sono fermati a 73,40 milioni di euro (+8,15% rispetto ad un anno fa); il secondo migliore risultato nell’esame dell’ultimo quinquennio (soltanto nel 2015 le entrate da diritti televisivi sono state superiori: 84,30 milioni). A determinare questa crescita i ricavi da competizioni europee. Importante anche la valorizzazione della partecipazione alla Tim cup (ex Coppa Italia) pari a 4.508.000 euro (contro gli 865 mila del 2015/16).  Molto inferiori gli introiti del settore commerciale: 14,53 milioni di euro, anche se si è registrato un +20,05% rispetto al 2015/16. E’ comunque il risultato migliore del quinquennio 2013-2017. La realtà capitolina è legata, da diversi anni, all’advisor Infront Italy, che la supporta nelle vendite e nella gestione dell’area ospitalità, quest’anno molto potenziata, all’interno dello stadio Olimpico, attraverso l’accordo con il marchio della ristorazione “JRE”.

Nello scorso campionato il rapporto principale è stato con il brand Seleco (presente sia come main che come retro sponsor di maglia) e con Macron (sponsor e fornitore tecnico dei biancocelesti). Una sponsorizzazione di maglia del valore di 2.076.000 euro, che, nella stagione in corso, è stata ulteriormente potenziata con l’ingresso di Marathonbet (colosso russo delle scommesse sportive). Quest’ultimo ha sostituito proprio Seleco, che rimane, per il momento, solo nella parte posteriore della divisa di gara. In totale si stima che la maglia valga più di 4,5 milioni di euro. La collaborazione commerciale, come sottolineato dai vertici dell’azienda moscovita, sarà attiva fino al prossimo 31 dicembre 2018, quando diventerà operativo il divieto di marchi sponsor nel mondo dello sport, nel rispetto delle norme collegate al Decreto Dignità (pone limitazioni alla pubblicità delle realtà del betting sul mercato nazionale), diventato legge dello Stato lo scorso 12 agosto.

Completano l’area ricavi i 7,63 milioni di euro della biglietteria, in crescita di 100 mila euro rispetto al 2015/16, ma nettamente inferiore, per esempio, al dato 2013 (10,77 milioni).

Il peso degli “altri ricavi” infine è pari a 2,66 milioni di euro (-47,25% rispetto al 2015/16, quando sono stati superati di poco i 5 milioni), il dato peggiore dell’ultimo quinquennio biancoceleste. (2a parte/Tuttosport – I conti in tasca)

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Marcel Vulpis

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