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DEPORTIVO LA CORUNA: DAI TRIONFI DEI PRIMI ANNI DUEMILA AD UNA CRISI SENZA FINE

(di Marco Casalone) – Il RC Deportivo La Coruna, club attualmente militante nella Segunda División spagnola, sta vivendo il periodo più complicato della sua ultracentenaria storia, sia dal punto di vista sportivo che economico.
La società galiziana infatti, dopo aver mancato la promozione in Liga al termine della scorsa stagione, si trova attualmente all’ultimo posto della classifica a otto punti di distanza dalla zona salvezza e lo spettro della retrocessione in Segunda División B si fa sempre più ingombrante.
La discesa nella categoria inferiore metterebbe a repentaglio addirittura l’esistenza stessa della squadra, che si ritroverebbe impossibilitata a far fronte alla restituzione del debito di 90 milioni al fisco spagnolo (la cui scadenza è prevista solamente nel 2048), causato dai grandi investimenti dei primi anni duemila quando l’allora presidente Augusto César Lendoiro tentò di mantenere stabilmente il Dépor ai vertici del calcio spagnolo ed europeo, conquistando l’unico titolo di Campione di Spagna della sua storia e raggiungendo le semifinali di Champions League.
La situazione si è ulteriormente aggravata negli ultimi giorni, quando il presidente Paco Zas e tutti i componenti del consiglio di amministrazione in blocco hanno rassegnato le loro dimissioni, a soli sei mesi di distanza dalla loro elezione avvenuta nello scorso mese di giugno: un’assemblea straordinaria è stata convocata già per il prossimo 13 gennaio, in modo tale da velocizzare il più possibile il passaggio ad una nuova junta directiva che avrà il delicato compito di condurre il mercato di riparazione di gennaio, da affrontare con poco tempo a disposizione e tra grandi ristrettezze economiche.
La situazione finanziaria del club è infatti a dir poco precaria: secondo le ultime previsioni i guadagni della stagione 2019-2020 ammonteranno a circa 1,70 milioni di euro, il 23% in meno rispetto all’utile netto di 2,2 milioni del 2018-2019 mentre le entrate della scorsa stagione si sono ridotte di un terzo rispetto al 2017-2018 assestandosi sui 20 milioni di euro, cifra che non dovrebbe variare al termine di questa annata.
I motivi di questo crollo degli incassi sono da ricercare principalmente nei mancati guadagni dai ricavi commerciali (scesi a 2,8 milioni di euro, oltre il 50% in meno dell’ultimo esercizio) e dai diritti televisivi (passati dopo la retrocessione da 46 a 10,3 milioni di euro): con questi introiti il Deportivo riuscirebbe a malapena a sostenere le spese di gestione della prima squadra, senza però considerare la grave situazione debitoria alla quale la società deve far fronte.
Oltre alla già citata vertenza in atto col fisco iberico, il principale creditore degli Herculinos è l’istituto di credito galiziano Abanca, col quale la precedente dirigenza aveva sottoscritto due anni fa un contratto di finanziamento del valore di 59 milioni di euro il cui piano di restituzione prevede il pagamento di 2,7 milioni di euro nella stagione corrente, di 3,5 milioni all’anno tra il 2020 e il 2024 e dei rimanenti 43 milioni con una ripartizione a più lungo termine.
Una condizione economica drammatica che non può trovare sollievo neppure dai 13,5 milioni corrisposti dalla Liga come “paracadute” per le squadre retrocesse e che mette a serio rischio la sopravvivenza di una delle compagini più importanti degli ultimi vent’anni del calcio spagnolo.
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