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Dacia al fianco del calcio femminile. Nuova puntata del progetto Dacia Sponsor Day-The Split

Nel Paese in
cui si impazzisce per i calciatori e in cui le donne, nel calcio, fanno notizia
solo quando sono loro fidanzate, il numero delle ragazze che mettono gli
scarpini e “sognano Beckham” negli ultimi 6 anni ha conosciuto un vero e
proprio boom, con un aumento del 72%
. Ecco perché su questo mondo, poco conosciuto ma in
grande fermento, è venuto il momento di accendere definitivamente i riflettori e
far luce su un movimento che in Italia, a differenza degli altri Paesi europei,
resta confinato all’ambito dilettantistico, dove le calciatrici per vivere sono
costrette a svolgere un’altra attività ed indossare gli scarpini solo a fine
giornata, per continuare ad inseguire il sogno di poter, un giorno, vivere di
calcio.

 

«Gli allenamenti
iniziano proprio quando finisce la giornata lavorativa. Così si torna a casa
tardi e la cena slitta sempre dopo le 22. Cosa ci spinge? La passione e l’idea
che senza di noi molte bambine non avrebbero avuto la possibilità di fare del
calcio il proprio sport
».

A parlare è Francesca Saponetta, Direttore
Generale del Castelfranco Calcio Femminile. È proprio la squadra di
Castelfranco di Sotto (PI), partecipante al Campionato di Serie B, ad averla
spuntata tra gli oltre 2.000 team che hanno partecipato a “Dacia Sponsor
Day – The  Split
”, l’iniziativa
lanciata da Dacia, main sponsor
dell’Udinese Calcio
, e patrocinata dal CONI, per premiare
quell’Italia sportiva e poco nota che, con spirito di sacrificio e dedizione, riesce
a distinguersi nella propria disciplina. A presiedere la giuria che permetterà
alle ragazze del Castelfranco Calcio Femminile di vivere un inaspettato momento
di visibilità è stato proprio il Presidente del CONI, Giovanni Malagò

 

In occasione della partita Udinese – Sassuolo,
prevista domenica 24 maggio, quindi, Di Natale e compagni vestiranno una
maglia speciale: metà con le tradizionali strisce verticali bianconere, l’altra
metà con il gialloblù del Castelfranco Calcio Femminile
. Un modo insolito per offrire un palcoscenico d’eccezione,
come uno stadio di Serie A, a ragazze che fanno dell’impegno e della passione
la cifra del loro amore per il pallone, ma anche un’occasione per riflettere
sulla scarsa considerazione riservata al movimento femminile ed invertire la
tendenza, “dando un calcio” ai pregiudizi, alle idee secondo cui femminilità e leggiadria
non possono coesistere con l’agonismo e la grinta necessari per vincere una
partita di calcio.

 

«Chi ce lo fa fare? È quello che mi chiedo
tutti i giorni!
– afferma sorridendo Saponetta – In realtà, più di ogni altra cosa, a spingerci ad andare avanti è
l’idea che per molte bambine siamo state e saremo un esempio, da seguire,
un’opportunità per vincere un certo conformismo, per andare oltre  e rompere schemi precostituiti
».

 

La storia del Castelfranco Calcio Femminile
inizia nel 1984, sulla scia del Trofeo Pallone Rosa, rassegna di calcio
femminile organizzata in paese, diventata ben presto l’appuntamento estivo per
eccellenza del panorama regionale femminile. Grazie all’entusiasmo generato dal
Trofeo, un gruppo di ragazze, fino a quel momento tifose di compagni e
fidanzati componenti la squadra maschile del luogo, decide di “scendere dagli
spalti” ed indossare gli scarpini, iniziando un’avventura che le ha condotte fino
 ai campi della Serie A femminile,
nel Campionato 2001/2002. Il culmine di una parabola che da quel momento
inizia una graduale fase discendente, soprattutto a causa delle scarse risorse
a disposizione.

 

«I problemi – racconta Saponettasono tanti, dal trasporto in occasione delle trasferte, ai materiali
per l’allenamento, all’affitto che paghiamo per usufruire del campo sportivo.
Non abbiamo una struttura di proprietà
– spiega – e utilizziamo un impianto comunale che condividiamo con altre
associazioni sportive. A tutte queste spese facciamo fronte grazie a piccoli
aiuti che provengono da sponsor locali, quote associative, cene sociali, la
vendita di piccoli gadget, spille, foto, organizzando feste e attraverso
contributi diretti dei dirigenti che si autotassano
».

 

Al
Castelfranco Calcio Femminile, infatti, i dirigenti, sono i primi a contribuire
di tasca propria, per dare ossigeno alle casse della Società. D’altra parte,
nessuna della squadra viene stipendiata e solo quando c’è una leggera
disponibilità economica è previsto un piccolo rimborso spese, specialmente in
occasione delle trasferte. «Certo, tutto
questo comporta impegno e sacrifici. Ma non possiamo evitarli se vogliamo
raggiungere il nostro obiettivo che, nel breve termine, è anzitutto continuare
ad esistere e poi, chissà, far tornare un giorno il Castelfranco in Serie A, come
siamo state capaci di fare in passato
».

 

L’avventura
delle ragazze del Castelfranco Calcio
Femminile
è anche su Twitter.
Sul social network sarà possibile seguire tutti i momenti della giornata,
attraverso i profili ufficiali di Udinese Calcio, @Udinese_1896, e Dacia Italia, @daciaitalia
 


Se quello del calcio al femminile è un mondo fatto di migliaia di tifose, il 54,8% delle donne italiane, l’immagine di una bambina che decide di indossare gli scarpini e scendere in campo è ancora considerata una sorta di tabù. Come se il calcio fosse parte di quei “mestieri” che gli stereotipi più radicati ancora considerano di esclusiva pertinenza maschile.


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Marcel Vulpis

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