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App scommesse online sponsor della maggior parte dei tornei sportivi: si può fare?

Il fenomeno del gioco e delle scommesse è antico, già dai tempi di Cesare si scommetteva sui gladiatori, le corse dei carri e gli spettacoli pubblici. Ora, con le app scommesse è tutto più facile. Ma per quanto riguarda le sponsorizzazioni come funziona?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli italiani amano le scommesse e se è vero che, già dai primi giochi olimpici nell’antica Grecia si poteva puntare sugli atleti in gara, capiamo bene che è una passione radicata nel tempo. Le scommesse, dunque, sono molto diffuse anche al giorno d’oggi e le applicazioni per farlo da mobile sono tante e funzionano bene. La miglior app per scommesse è un’app veloce, che ha una connessione stabile, tanti mercati e pronostici da giocare. Ma come funziona con le sponsorizzazioni nel nostro Paese?

Cosa è cambiato con l’introduzione del Decreto Dignità?

Il Decreto Dignità viene convertito in legge nell’agosto del 2018. Dispone provvedimenti considerati urgenti per le imprese e per i lavoratori. L’articolo 9, però, prevede il divieto di qualsiasi forma di pubblicità o promozione relativa al betting e gaming all’interno di trasmissioni televisive, radiofoniche, stampa e manifestazione sportive. Divieto questo esteso fino alle sponsorizzazioni di eventi sportivi. Queste misure, in teoria, avrebbero dovuto combattere il fenomeno della ludopatia ma, in realtà, si parla di fallimento dello stesso.

Quando sono entrate in vigore queste norme?

Le norme sono entrate in vigore il primo luglio 2019, con un impatto molto forte sulle società sportive. Le società di betting, infatti, con le loro sponsorizzazioni costituivano una fonte di ricavo importantissima (pensiamo a cifre altissime come i 138 milioni offerti dall’Arabia Saudita alla nostra Lega Calcio per le final four di Supercoppa). La Roma, ad esempio, ha dovuto rinunciare a un accordo triennale con Betway di più di 15 milioni di euro così come la Lazio che ha perso lo sponsor Marathonbet per 7 milioni a stagione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quanti i danni subiti economicamente e mediaticamente?

I danni sia mediatici che economici sono gravosi. Se pensiamo allo sponsor sulle maglie questo ha un peso parecchio consistente per il club e, di certo, non è stato facile sopperire a una decisione diciamo improvvisa. Le perdite, poi, che riguardano gli investimenti pubblicitari tra web, radio e tv sono stati pari a 100 milioni di euro. Perdite che, poi, hanno colpito solo le società di calcio e non gli operatori che, come abbiamo visto, hanno goduto, e godono, di ottima salute.

Il Decreto ha portato i cambiamenti sperati?

I dati parlano chiaro: il Decreto non è servito a nulla. La raccolta delle scommesse sportive, durante il primo anno (2019-20), è aumentata di più del 17% passando a 1,03 miliardi a 1,2. Nello specifico, poi, le scommesse hanno registrato quasi il 22% in più pari a 556 milioni di euro. Anche nel 2021 i risultati sono stati ottimi (grazie anche agli Europei di calcio e alle Olimpiadi). L’incremento è stato, infatti, del 19% rispetto all’anno precedente con 1,65 miliardi di euro di ricavo.

Tanto è stato fatto dal punto di vista comunicativo da parte degli operatori. Le società, infatti, hanno dovuto adattare il proprio stile di comunicazione introducendo siti di notizie sportive (come Starcasinò Sport o William Hill News) o aggiungendo nuovi servizi (come la piattaforma Snaipay di Snaitech). Gli escamotage che sono stati pensati sono stati, a volte, abbastanza aggressivi ma hanno raggiunto risultati molto interessanti creando un nuovo modo di pensare alla scommessa e agli operatori al di là del pronostico e della quota in sé.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le istituzioni stanno aprendo un dialogo con gli operatori

Le istituzioni stanno cercando, comunque, di aprire un dialogo con gli operatori per ripensare ai vincoli imposti dal Decreto cercando di trovare un equilibrio tra le risorse da destinare al mondo sportivo e il contrasto a un problema grave come la ludopatia. Una misura potrebbe essere la pubblicità indiretta con banner negli stadi e loghi sulle maglie mantenendo il divieto di pubblicità diretta.

La mancata sponsorizzazione degli eventi è stata (ed è) un grave danno per tutto il mondo sportivo che, aggiunto alla scarsa risposta degli appassionati, non ha risolto affatto il problema legato a un uso compulsivo di siti e app legate al betting e al gaming. L’unica cosa possibile, infatti, non può che essere l’educazione al gioco responsabile e nessun tipo di restrizione che sia legata a sponsorizzazioni o divieti che non servono a nulla se non a creare danni economici e non a frenare tutto il resto.

 

 

 

 

 

 

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