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Una Vita serena e felice aiutati da “X-Corsi” sportivi. Per Manuela Di Centa sarà uno dei trend sociali più seguiti nel post Covid-19.

(di Lorenzo Vulpis) – Una filosofia che oggi tutti i più grandi ricercatori di medicina e psicologia sportiva consigliano per poter gestire al meglio la propria vita sociale e privata, che purtroppo è stata colpita dalla pandemia. Manuela Di Centa (nella foto in primo piano) sette volte medaglia olimpica di sci Nordico, Membro CIO Onorario ed ex parlamentare, è una delle più grandi sostenitrici di questa tipologia di azioni.

Cerchiamo di arrivare a capire meglio, con cinque domande, la base di questo concetto, con l’aiuto proprio di Manuela di Centa, che attraverso il giusto cocktail composto da una costante vita sportiva, arricchita dalla passione culturale sempre connessa al suo grande amore per la lettura e lo studio, entrambi interessi svolti in un ambiente sano e di valori che rappresentano uno dei suoi pilastri di vita.

D: La situazione e condizione sociale durante la pandemia?

In questo momento le opinioni, pur essendo sempre bene accette, da me convinta democratica, lasciano sempre molta generalità che purtroppo non portano quasi mai alla risoluzione di un problema.

Sono una donna che ha sempre amato documentarsi, a favore, quindi, delle analisi e i giudizi provenienti da dati certificati. Alla fine della mia carriera sportiva ho azzerato tutto per ricominciare studiando in Italia e Inghilterra.

Non possiamo più sbagliare nelle analisi e nelle valutazioni, il momento e il tempo a disposizione non sono più tali da poter rendere qualsiasi errore risolvibile. Un pò come quando si fa una gara Olimpica, dove vige il detto: O dentro O fuori. E qui, che fanno le differenze gli insegnamenti creati dai sacrifici di studio su sé stessi, dell’esperienza di vita e soprattutto dai confronti con i paesi più evoluti. Perché è giusto che si debba sempre vedere come gestiscono le criticità le nazioni, che oggi, sono sulla carta le più vincenti.

D: Da questi dati evidenziati come sta cambiando la società?  Io credo che basta analizzare il dato uscito tempo fa sul sole 24 ore prodotto da Next 14, dove si evince che il 52% degli italiani durante la pandemia ha ridotto drasticamente la propria attività motoria, per capire bene quali potrebbero essere i risvolti negativi fisici ed anche psicologici, visto anche l’aumento della media del 35% dei sintomi di ansietà e depressione dal 2019 al 2021, che comunque hanno in buon parte contagiato anche chi ha sempre praticato sport. La testa ed il voler stare bene, devono in questo momento fare la differenza.

D: E quali saranno le reazioni dei giovani? Sui Giovani sono sicura come dicono molti dati che la voglia di ritornare a stare in gruppo sarà il must, perché è quello che sta mancando.  Rimango un po’ preoccupata vedendo da una ricerca molto dinamica di MTV che solo il 7% di loro attende in modo impaziente di ritornare in palestra a fare sport. È anche vero che MTV è un’attrazione verso chi ama la musica, ma sinceramente avrei sperato di meglio. Ed’ su questo che bisogna lavorare costruendo le basi per un castello ben strutturato.

D: La tua esperienza internazionale può comparare la mentalità italiana con quella di due paesi dove hai vissuto, come la Finlandia?

Devo dire che sono due paesi completamente differenti e ognuno di loro ha lati assolutamente positivi. Idealmente sono una donna che cerca sempre di fare un mix delle migliori caratteristiche. L’Italia è tra i leader in Europa nella spesa del fitness di ogni singolo associato, pur avendo aumentato di molto le attività outdoor come la camminata sportiva per pura necessità. La Finlandia ha sempre privilegiato gli sport outdoor per un piacere legato alla cultura healthy. Diciamo questo: gli scandinavi sono sportivi che si creano in modo naturale, mentre noi ci “creiamo” sportivamente aiutati e stimolati grazie alla comunicazione del mondo fitness indoor, forse perché generalmente siamo più pigri ed abbiamo bisogno di stimoli? Potrebbe essere forse questa una valutazione proveniente da dati oggettivi che appaiano nelle ricerche.

D: Infine, quale è la risposta del perché state lanciando con “Sport e Salute” il progetto “X-Corsi”?

Da quanto abbiamo potuto analizzare con i miei colleghi si evince che noi Italiani è fuori dubbio che durante il COVID abbiamo aumentato la nostra sedentarietà, che però, in automatico, ha aumentato anche il nostro desiderio di relazioni pubbliche. Ovviamente l’essere molto attratti dal sistema fitness Indoor ci porterebbe comunque sempre più a necessitare di esperienze naturali e propositive non solo dal punto di vista fisico metabolico ma anche da quello psicologico. Sport e salute è sempre alla ricerca di novità e di idee che provengano anche dalla comparazione di più idee sostenibili.

 “X-Corsi” è un’iniziativa che ha alla base il concetto di libertà legato alla cultura. Camminare è possibile anche in questo momento di restrizioni, in modo libero, senza vincoli e in ogni parte del territorio. La cosa più importante è che si tratta di un’attività praticabile da tutti.  Nasce anche dal desiderio di includere la collettività in una pratica sportiva accessibile e all’aperto, a contatto con la natura e con i territori del nostro Belpaese, il che significa conoscere nuovi luoghi, apprezzarli, viverli, il tutto in un’ottica di esperienza e scoperta. Non dimentichiamo che camminare  vuol dire Salute e Benessere, è questo anche il messaggio dei Legend che si stanno facendo portavoce degli innumerevoli benefici, quale la sua capacità di allenare importanti abilità motorie, coordinazione e stabilità,  miglioramento dell’efficienza dei polmoni e dell’apparato cardiovascolare, aumento della solidità e potenza dei tessuti muscolari oltre al miglioramento della propria salute in generale grazie alla liberazione di sostanze chimiche tra le quali vi è la serotonina. In poche parole: camminare fa bene, al corpo e alla mente.

Vorremo dare vita a città più sensibili, rispondere alle necessità di movimento delle persone e allo stesso tempo formare cittadini più attivi.

L’iniziativa X-Corsi diviene quindi uno strumento di supporto, un incentivo alla collettività per la pratica del cammino, un monito positivo alla scelta di itinerari spontanei da percorrere.

 

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