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Serie A – I benefici generati dal Boxing day: ricavi in crescita, stadi pieni e tifosi soddisfatti

(di Marcel Vulpis) – Il pubblico al centro delle strategie, organizzative oltre che marketing, dei club, puntando a far divertire i tifosi in ogni periodo dell’anno, con particolare attenzione alle festività natalizie, quando il calcio diventa una piattaforma di entertainment alternativa ad altre offerte concorrenziali presenti sul mercato (concerti di musica, eventi teatrali, spettacoli vari, ecc.). E’ lo scenario futuro che attende i fan tricolori nei prossimi mesi invernali.

Nel 2017/18 la parola d’ordine sarà “non fermarsi mai”, grazie ad una offerta quanto mai modulare e (potenzialmente) di qualità. Questa filosofia, sicuramente molto commerciale, guida, dal 1958 ad oggi, il Boxing day inglese (coincidente con le gare in programma nella giornata del 26 dicembre).

La serie A tricolore l’ha preso a modello introducendo, da quest’anno, due turni di campionato, anche durante il periodo di Natale/fine anno. L’obiettivo dichiarato è generare ricavi ulteriori per le società, fidelizzando i tifosi ed abituandoli a vivere il calcio in occasione delle festività invernali.

Cresce, pertanto, anche nel nostro Paese, l’attenzione alle esigenze del pubblico, con un’offerta di calcio più moderna e in linea con i bisogni dei supporter. In aggiunta a ciò la volontà, da parte dei club della prima divisione, di intercettare la passione delle tifoserie nel periodo delle feste, quando vi è una maggiore propensione a spendere e tempo libero per dedicarsi alle passioni personali, come seguire le partite della squadra del cuore.

Il Boxing day italiano 2017

Per la prima volta nella sua storia la serie A organizzerà un Boxing day, mettendosi al servizio dei tifosi: due turni di campionato si giocheranno tra Natale e Capodanno, con le squadre in campo il 23 e 30 dicembre. Dopo il turno dell’Epifania, scatterà la pausa invernale e si tornerà a giocare solo il prossimo 21 gennaio 2018.

Il football italiano è in ritardo, di molti anni (circa 60 anni), rispetto al modello britannico, che ha introdotto, per primo in Europa, la formula del calcio-spettacolo. In Inghilterra il Boxing day fa parte della cultura, della tradizione sportiva di un popolo. Il nome deriva dalla scatola (appunto “box”), che, nei secoli scorsi, veniva riempita di cibo e regali dai proprietari terrieri per essere donata alle maestranze.

Da noi si presenta come una innovazione di prodotto, dopo una serie di tentativi andati a vuoto. Non bisogna infatti dimenticare che un turno, a ridosso di Capodanno, c’è stato, in serie A, fino alla stagione 1994-95, prima di essere rimosso su richiesta dell’Assocalciatori. Dopo questa data, fino ad oggi, nessun dirigente aveva provato a parlare di Boxing day.

E’ importante che il calcio tricolore non abbandoni la strada dell’innovazione, anche perchè servirà a dare un’immagine più moderna dell’intero prodotto calcio e ad avvicinarci a quanto già avviene, da decenni, nel Regno Unito.

Il modello della English Premier league

Guardando alla Premiership in termini di benchmark (modello di riferimento) risulta immediatamente evidente la centralità del pubblico rispetto all’offerta organizzativa del campionato (la stragrande maggioranza degli altri sport, nel Regno Unito, si fermano a Natale), con il calcio britannico capace di offrire gare di grande intensità, oltre ad un palinsesto molto ricco: tre turni ravvicinati, con il clou nella giornata di Santo Stefano, da sempre considerato il Boxing day UK. La novità della stagione 2017/18 è aver scelto di aumentare l’offerta. Tradizionalmente in Inghilterra infatti si giocano 40 partite, quest’anno ne sono previste a calendario non meno di 60 (+50% rispetto ad un anno fa). La sfida è consolidare il prodotto calcio presentandolo al pubblico come l’offerta di intrattenimento per eccellenza, rispetto a qualsiasi altra forma concorrenziale (in altri settori del mercato del divertimento).

A conferma delle potenzialità economiche collegate al progetto “Boxing day”, vengono in aiuto i numeri dell’ultima stagione (Premiership 2016/17).

Nella settimana del 18-26 dicembre c’è stata una capacità media di riempimento degli stadi pari al 97,22%, con picchi del 99,79% e del 99,46%, registrati dallo Swansea City AFC (appena 43 posti invenduti rispetto ai 20.757 disponibili) e dal Manchester United.

Le Leghe europee nel periodo invernale

In Francia (Ligue1), nella precedente stagione, non si è giocato durante il periodo natalizio. In campo il 21 dicembre, poi riposo programmato fino al 13 gennaio.

In Germania (Bundesliga1) la sosta invernale è iniziata il 21 dicembre ed è terminata il 20 gennaio. E’ l’unica serie calcistica europea, forte di un minor numero di squadre (18), a poter sfruttare uno stop così lungo. Anche la Liga Santander (prima divisione spagnola) si è fermata: dal 19 dicembre al 6 gennaio.

Stop “forzato” in Eredivisie (massima serie olandese) quasi per un mese. In quest’ultima stagione i club hanno disputato l’ultimo turno il 18 dicembre (tornando in campo il 14 gennaio). (fonte: Inchieste/Il Corriere dello Sport)

 

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