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Scoppa il caso Icardi, dopo l’autobiografia-scandalo. Interviene duramente Ausilio (Inter FC)

Piero Ausilio (DS e direttore area tecnica Inter FC) ai microfoni di Sky Sport nel post partita di Inter-Cagliari, dopo la sconfitta con i sardi e il rigore fallito dal centravanti argentino Icardi.

Caso Icardi: da dove nascerà il provvedimento, dalla volontà di capire una volta di più con il giocatore quello che è successo, o ci saranno valutazioni di altro tipo?
La prima cosa da fare è questa, capire. Per noi oggi era più importante dedicarsi alla partita, avremmo voluto volentieri tutti dedicarci solo alla partita. È evidente che la cosa non ha aiutato nessuno, per primo Icardi. Noi domani saremo insieme alla squadra alla Pinetina, come facciamo tutti i giorni, perché dobbiamo dal punto di vista sportivo essere vicini a tutta la squadra. Nel caso di Icardi, invece, ci sarà sicuramente un incontro con lui un po’ più specifico e analizzeremo bene a mente fredda tutto quello che è successo perché abbiamo bisogno di parlare con lui, di capire tante cose. E solo dopo aver parlato con lui, insieme come Società – perché siamo una cosa unica, non è che le dichiarazioni di Zanetti sono estemporanee e sono buttate lì perché era il suo pensiero – prenderemo una decisione.  Ci siamo confrontati prima della partita, lo faremo anche domani e insieme prenderemo la decisione migliore.

È sotto la lente d’ingrandimento anche il lavoro di De Boer, o ha una fiducia incondizionata da parte della società?
Sono otto partite di campionato. Prima di parlare, ho cercato di rivedere bene la partita nella mia testa e ho visto qualcosa: noi siamo partiti molto bene, oggi abbiamo fatto un ottimo primo tempo, padroni della metà campo del Cagliari, abbiamo creato tantissimo. L’errore è di non aver sfruttato le occasioni come avremmo dovuto in quello che è stato un primo tempo ben giocato. Nel secondo tempo, dopo il gol ti aspetti una partita diversa, la possibilità di gestirla, di abbassare magari un po’ i ritmi. È venuta fuori un po’ di stanchezza, avevamo tanti giocatori che erano stati impegnati con le partite internazionali, tre di questi li abbiamo visti solo venerdì. Qualcosa nel secondo tempo ci è venuto a mancare. Però è un momento di crescita, dopo 8 partite l’Inter non può essere la migliore. Deve lavorare ancora perché abbiamo dei difetti e dobbiamo correggerli abbastanza velocemente perché il tempo passa e scappano via tutti.

Perché l’Inter non può essere già la migliore, soprattutto dopo la partita contro la Juventus?
Perché è tipico dei momenti di crescita. È normale che la Juve ti dà, a livello di intensità e attenzione, tutta una serie di cose che magari non hai in altre partite. Con la Roma, pur giocando bene, ci sono stati anche lì degli errori, ma è stata un’ottima partita. Ma ne ricordo anche altre, come i primi 45’ di Empoli e qualcosa con il Pescara. È una squadra in questo momento in costruzione. Non deve essere un alibi, ma è la logica di un progetto partito tardi – per mille motivi – rispetto agli altri. Giocatori che sono arrivati solo all’ultimo, un allenatore che praticamente non ha fatto la preparazione. Purtroppo, in una squadra che vuole crescere, è solo il tempo che ti può dare ragione. Noi non ne abbiamo perché ogni tre giorni giochiamo e dobbiamo fare anche subito i risultati, quindi non è facile ma sappiamo anche le qualità che abbiamo, sia dell’allenatore che dei giocatori. È una rosa di tutto rispetto, costruita per fare bene in questo campionato, ha un obiettivo e non può perdere di vista gli obiettivi di inizio stagione. Dobbiamo però farlo attraverso un percorso e in questo percorso succedono anche cose tipo il secondo tempo di oggi.

Rimane sempre il piazzamento in Champions l’obiettivo dichiarato?
Assolutamente sì, quello è il minimo. Nel senso che noi partiamo sempre dal massimo per poi cercare di portare a casa il minimo. Oggi l’Inter , per la squadra che ha e per come è stata costruita, ma così come la Roma, il Napoli, Il Milan e la stessa Lazio… tutte queste squadre sono state costruite per cercare di rientrare in Champions League o per andarci, come già successo nel caso del Napoli che comunque già la sta giocando. Meno male che ce n’è una che rispetto alle altre ha qualcosa di più perché viene da tanti anni di continuità. Hanno fatto sicuramente bene e approfittano di un progetto che è partito da dietro. Ma noi vogliamo essere lì, ci mancherebbe.

Sull’autobiografia di Icardi.
Io non penso neanche che a 23 anni si debba fare un’autobiografia. L’ho scoperto quest’anno, l’ho scoperto adesso. non ero nemmeno curioso, perché faccio altro di mestiere, mi occupo nel bene e nel male di calcio, di calciatori, di cercare di migliorare questa squadra. Non ero neanche incuriosito dall’idea di leggere questo libro. Non so nemmeno se la cosa toccasse a me o meno, ma non penso. Per quanto riguarda le cose scritte, è normale che stamattina dal momento in cui la cosa è entrata a far parte del dominio pubblico, mi sono interessato e ho cercato di vedere cosa ci fosse scritto. La sciocchezza sta nel fatto di tirare fuori cose del passato che sono cose nel bene o nel male successe e raccontate probabilmente in un modo non veritiero. Al di là di questo, rimane il fatto, è stata fatta una sciocchezza. Cercheremo adesso di capire dal ragazzo cosa lo ha portato a farlo, a scrivere queste cose e soprattutto chiameremo anche lui ad assumersi le proprie responsabilità. La decisione nostra è una cosa che valuteremo a freddo e con calma. Può portare a qualsiasi cosa, io ho anche il dovere di cercare di capire prima. Comunque è un ragazzo di 23 anni che sa, perché nel momento in cui scrive anche le cose che ha scritto oggi, ha cercato di rimediare, di dire qual è stato il suo pensiero. Forse è stato anche frainteso. Quello che però ha creato è stato sicuramente un clima stranissimo allo stadio. Non ha giovato alla squadra, non ha giovato a lui e questa è la cosa che come Società dovremo assolutamente tutelare: l’interesse della squadra, del club e di tutti gli altri calciatori.
Faremo la cosa migliore perché queste componenti siano tutelate e vengano messe nelle condizioni, quando giochiamo le partite, di farle con il supporto anche dei nostri tifosi, indipendentemente dalle scelte che andremo a fare. Quello che ha ottenuto in questi anni l’Inter lo ha ottenuto nel rispetto delle singole responsabilità, ma si riesce e si vince soltanto quando siamo tutti insieme.
Tutti insieme abbiamo la possibilità di venire fuori da un momento sportivo difficile e se non sarà così sarà perché l’egoismo di qualcuno ha prevalso sull’interesse collettivo. È una cosa che non possiamo e non posso permettere e quindi faremo in modo che tutto questo venga rispettato e tutelato, assolutamente.

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