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Mauro Balata (Lega B) disegna il progetto della nuova Lega B

Pubblichiamo l’intervento del presidente della Lega B, l’avvocato Mauro Balata, intervistato dal quotidiano “Il Tirreno” nella giornata di oggi.

Trasparenza, passione, civiltà, rispetto delle regole. Questi i principi cardine che ispirano l’operato di Mauro Balata da poco più di un anno presidente della Lega di B. Cinquantaquattro anni, sardo, avvocato cassazionista, dal 1990 membro della procura federale della Figc, il massimo dirigente del campionato cadetto analizza i problemi del calcio probabilmente non molto diversi da quelli che affliggono la società e l’economia del Bel Paese perché sono ancora tanti i muri culturali da abbattere e serve il contributo reale delle istituzioni per cambiare lo sport più bello del mondo. Con l’ultimo consiglio federale datato 30 gennaio si è intervenuti sul format dei campionati ma il presidente della B traccia la strada per le riforme future necessarie e urgenti per il movimento :….e per la sua Lega ….

Dottor Balata, da dove iniziamo per ridare al calcio l’etica perduta? “Unità d’intenti, determinazione, condivisione. Il mio mandato si basa su questi concetti non negoziabili. Il calcio deve tornare ad essere un mondo di valori, di gioia, di spettacolo riservato ai tifosi veri, alle famiglie, ai bambini. Su questi principi inderogabili deve seguirci la parte sana della società con in testa la classe politica”.

Allude alle frange estreme che popolano le curve? “Gli odiosi fenomeni devianti, di violenza, di discriminazione razziale o territoriale vanno debellati per consentire a chi va allo stadio di assistere e gustare uno spettacolo in assoluta tranquillità. Su certi messaggi di natura xenofoba non si piò transigere: di fronte a quei gesti l’intero movimento calcistico è parte offesa.  Non tollereremo più cori beceri che arrecano danni sia al sistema calcio che alla civile convivenza. Abbiamo portato la nostra proposta sia al Consiglio Federale, sia all’attenzione del Ministro degli Interni, del sottosegretario Giorgetti e dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, affinché il mondo del calcio, ma in generale quello dello sport, possa migliorare e crescere sotto questo punto di vista. Vogliamo che i violenti restino fuori dagli stadi e abbiamo chiesto per chi si macchia di questi illeciti un inasprimento delle pene. Abbiamo chiesto che la nostra proposta possa essere inserita in un disegno di legge a tutela degli sportivi autentici, delle Leghe e dei club. Invece di chiudere interi settori dello stadio occorre impedire definitivamente l’accesso alle manifestazioni sportive dei singoli che si macchiano di reati da stadio. Per i controlli a tutela dell’ordine pubblico e del regolare svolgimento delle partite all’interno delle strutture possiamo utilizzare, all’occorrenza, anche i commissari di campo di cui disponiamo e che a bordo campo possono monitorare i facinorosi”.

Centocinquanta fallimenti in 10 anni, squadre gloriose scomparse dal panorama calcistico (Varese, Ancona, Treviso, Lanciano, solo per fare qualche nome), posti di lavoro perduti con disagi per le famiglie e scoramento per i tifosi. Come si esce da questa criticità diventata ormai sistemica e causata, prevalentemente, dall’ingresso nel calcio di avventurieri senza scrupoli che come avvoltoi spolpano i club in difficoltà e se ne vanno lasciando, spesso impuniti, cumuli di macerie?

“Purtroppo si è perso troppo tempo a discutere e a non decidere. Così a rimetterci è stata la credibilità del calcio minata da personaggi che poco hanno a che fare con la passione dei tifosi con il risultato che gli imprenditori per bene scappano e il calcio perde il suo futuro. Chi sta nel sistema deve garantire trasparenza e lealtà altrimenti è bene che ne resti fuori. Servono nuove regole capaci di garantire i tifosi senza i quali, è bene sempre tenerlo a mente, non esisterebbe il calcio e che rappresentano il vero e unico patrimonio su cui si basa il gioco più bello del mondo. Non siamo più disposti ad accettare ambiguità e a subire situazioni di opacità. Per quanto riguarda la Lega di B che io rappresento non si devono più ripetere i casi della scorsa estate che hanno portato all’esclusione di tre piazze importanti come Bari, Cesena e Avellino. Per questo stiamo monitorando con attenzione l’evolversi del caso Palermo pronti a intervenire in mancanza di soluzioni chiare e alla luce del sole. Per fugare dubbi servono controlli a monte, prima dell’inizio del campionato, su società italiane o estere e su soggetti che intendono entrare a far parte dell’imprenditoria del calcio creando database con i personaggi non graditi perché macchiatisi di precedenti fatti illeciti e uno screening sulla provenienza delle risorse che s’intendono impiegare. Proprio su questo tema e su altri legati alla giustizia sportiva ho avuto un incontro con il vice presidente vicario Figc, Cosimo Sibilia. L’obiettivo è creare un sistema di regole certe che necessitano però dell’intervento legislativo dello Stato per renderle inattaccabili e applicabili senza se e senza ma. Solo con uno sforzo comune che chiami in causa anche la politica potremo ottenere società strutturate, solide, trasparenti e capaci di produrre reddito ed essere un volano dell’intero movimento”.

Format a 20 squadre, valorizzazione dei giovani, esportazione del Brand della B all’estero.

“La forza derivante dall’unità in Lega, mai verificatasi in passato e che rappresenta un unicum per l’intero movimento, ci fa tenere una posizione coerente verso quello che è il percorso di riforma già iniziato che possa, attraverso una riduzione degli organici, portarci a una A e una B a 18 squadre e due gironi di C da 20 squadre. Dopo ben 17 anni – era la stagione 2002-2003 – la serie B tornerà al formato originario a 20 squadre e se ci saranno posti vacanti andranno solamente a società cadette retrocesse per scorrimento della classifica. Un risultato importante, che è merito delle mie società, di tutte quelle che mi hanno sostenuto sin dalla mia elezione e di quelle che sono arrivate in B quest’anno, della loro testardaggine, intelligenza, lungimiranza.

Dalla stagione 2020-21 si potrà, per quanto ci riguarda, arrivare al format a 18 che i nostri club hanno votato all’unanimità come quello ideale a conferma che il nostro operato estivo è stato conforme alle regole nonostante polemiche dettate spesso da motivi elettorali. Il tutto con una giusta revisione del numero delle retrocessioni. Lei sa che ogni anno abbiamo 7 società che cambiano?

È un dato assurdo, impossibile da gestire, rende impossibile fare programmazione a lungo termine in un sistema economico che ha natura industriale come il nostro. La FIGC deve intervenire con urgenza su questo e anche sul peso che A e B hanno in Consiglio Federale che è iniquo e anacronistico. Per quanto riguarda la valorizzazione dei giovani, il livello tecnico di questo campionato è salito e l’età media si è abbassata (rose di 24.72 anni). Non solo. La percentuale di under italiani impiegati è in forte crescita con Sandro Tonali, che è un giovane cresciuto nel Brescia arrivato addirittura nella Nazionale di Mancini fatto che non si verificava da 8 anni. E non sarà l’unico a mio avviso.

Molti ragazzi chiamati nell’under 21 di Di Biagio, ma anche tanti convocati Da Mancini sono passati dal torneo cadetto per farsi le ossa. E c’è un altro dato che balza agli occhi: nei primi 10 posti della classifica cannonieri ci sono 9 italiani con il solo straniero rappresentato dal nazionale macedone Nestorovski del Palermo. Oltre a Tonali vorrei citare ragazzi molto interessanti sbocciati in questa stagione e di cui sentiremo parlare in futuro come Vido, Di Mariano, Verre e Palombi. Ma anche Cistana, Melengoni…

Direi che lo sviluppo dei giovani calciatori è la mission della categoria e una risposta operativa alla mancata qualificazione agli ultimi mondiali di Russia della nostra nazionale maggiore. Questione brand: agiamo su due fronti. Da una parte il consolidamento di un rapporto strategico con la lega di serie A, una sinergia costituita per aumentare il fatturato di cui potrà beneficiare l’intero movimento. Vorrei essere chiaro: la mutualità non va intesa come assistenzialismo, ma come progettualità per consentire di far crescere l’industria calcio in modo che a cascata ne possa beneficiare l’intero movimento.

L’altro fronte aperto è quello dell’esposizione a livello internazionale come denota la recente visita della delegazione della Chinese Super League, l’associazione che organizza i campionati professionistici in Cina, che ha voluto confrontarsi con la nostra Lega di B e studiare da vicino modello e struttura operativa. Un rapporto da coltivare e consolidare per crescere e trovare nuove risorse oltre confine”.

Quando vedremo il Var nel campionato cadetto?

“E’ una mia personalissima battaglia. Stiamo definendo, anzi abbiamo già da tempo studi di fattibilità esauastivi, completi e immediatamente attuabili. La tecnologia è diventata indispensabile in ogni settore e quindi anche in ambito sportivo. E uniformarsi alla serie A diventa fondamentale per un campionato di serie B che ha una dimensione economica sempre più importante è che va tutelata.

L’AIA sta formando la nuova classe arbitrale e contiamo di poter arrivare alla Var in B nella stagione 2020-2021. Confesso che vorrei riuscire nell’intento già per i playoff del 2020. Noi siamo pronti”.

Qual è il suo giudizio sul Livorno, unica formazione toscana in serie B?

“La presidenza e il management labronico sono di sicura affidabilità come dimostrato nel corso di decenni in cui il Livorno ha sempre militato nei maggiori campionati italiani. Da sportivo noto che la squadra è in serie positiva da 8 turni e con l’arrivo di Breda ha trovato una certa compattezza e sta risalendo la china in un torneo dove l’equilibrio regna sovrano e tra playoff e playout ci sono 8 punti di differenza. Tra le file amaranto ci sono giocatori di grande talento come Diamanti e punti di riferimento come Dainelli, Valiani, Giannetti e Raicevic. Ma fatemi citare i giovani, le sorprese e i talenti del futuro: il terzino sinistro Porcino, quello destro Fazzi per non parlare di un portiere, al momento in panchina, ma che sicuramente troverà spazio e di cui sentiremo parlare come Crosta ex Cagliari”.

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