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Match-fixing: 9 mila denunce e beni sequestrati per 36 mln in dieci anni

Più di 900 arresti e 9 mila denunce, con beni sequestrati per oltre 36 milioni di euro: questo il bilancio del Nucleo della polizia dei giochi e delle scommesse degli ultimi dieci anni per reati collegati al match fixing, l’alterazione degli eventi sportivi per trarre profitti illeciti.

E’ quanto si legge sull’ultimo numero di “Polizia Moderna” il mensile ufficiale della Polizia di Stato che, riporta Agipronews, dedica la copertina e ampi approfondimenti al fenomeno delle combine e ai mezzi per azzerarlo.

Un’attività non semplice, visto che gli uomini delle forze dell’ordine devono svolgere indagini a 360° e, spesso, in Paesi dove non esiste il reato di frode sportiva o dove i controlli sulle scommesse “anomale” non ci sono o sono molto blandi.

Ogni volta che i trasgressori compiono un passo in avanti – ricordano dalla Polizia – gli investigatori devono essere pronti a non farsi scavalcare e, se possibile, a intervenire prima che l’illecito si concretizzi, soprattutto monitorando eventi “a rischio combine” e atleti che, sia per predisposizione al gioco che per necessità legate alla fine di una carriera, sia per la mancata corresponsione dello stipendio da parte delle società, possono cadere nella trappola del match fixing.
In Italia il mercato delle scommesse è particolarmente consistente ed è altrettanto ben regolamentato, si legge ancora nell’approfondimento.

Le norme di contrasto alle frodi sportive collegate alle scommesse sono molto ben congegnate e ci sono ulteriori ipotesi di miglioramento: in particolare si punta a intervenire sul patrimonio dei “fixer”, come in un disegno di legge, attualmente in discussione in Senato, che prevede come pena anche la confisca dei beni e delle somme proventi di combine. Dunque, un messaggio più che chiaro a chi fosse intenzionato a falsare l’esito di un match. Per questo motivo sono molti gli organismi che concorrono a segnalare le “anomalie”, tra i quali agenzie private specializzate in materia.

Tra queste, si legge nel mensile della Polizia, “la più importante è sicuramente Sportradar dalla sua sede di Londra (replicata anche a Hong Kong per essere più vicini a quello che è attualmente il principale mercato delle scommesse al mondo), con 35 analisti impiegati 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno. Tramite algoritmi matematici viene studiato il flusso delle scommesse su oltre 65.000 eventi sportivi l’anno e vengono emessi i ’report di allarme’, poi inviati alle varie federazioni sportive e alle forze dell’ordine”.

Il testo integrale dell’indagine realizzata dalla Polizia di Stato sul tema del match-fixing:

https://www.poliziadistato.it/poliziamoderna/articolo.php?cod_art=4135

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Redazione

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