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I Maestri dello Sport a sostegno del progetto Filippide

(di Gianni Bondini) – Ieri, con le targhe alterne in funzione, un
ragazzo autistico e la sua famiglia hanno atteso (invano) più di un’ora e
in strada che un mezzo dell’Atac li portasse al Centro “Giulio Onesti”
dell’Acqua Acetosa. Per incontrare gli operatori del “Progetto
Fidippide”.

Istruttori e assistenti sociali preparati per l’assistenza
a chi soffre questa disabilità mentale. Di questo l’azienda comunale
del trasporto urbano se ne interessa poco (da tempo). Visti i disservizi e la confessione del presidente del Progetto Fidippide, Nicola Pintus, “Queste persone ci hanno avvertito ch’erano rimaste in attesa. L’Atac non ha fornito
alcuna spiegazione”. Complimenti.

Anche per quest’episodio di ordinario malcostume, mentre il ventaccio
di Mafia Capitale spira sul Campidoglio, l’Accademia dei Maestri dello Sport, è, invece, orgogliosa di ospitare gli operatori del Progetto Fidippide nella Palazzina Rosada, del Centro “Giulio Onesti”, concessa in uso dal presidente del Coni Giovanni Malagò e dal segretario generale
Roberto Fabbricini e con l’aiuto della direttrice della Scuola dello
Sport, Rossana Ciuffetti.
Questa ospitalità è collegata alla Manifestazione Nazionale, che, sabato 28 all’Auditorium col balletto e, domenica 29 novembre, allo stadio di atletica “Paolo Rosi” con la corsa Run For Autistic, cercherà di sensibilizzare la cosiddetta società civile e il mondo dello sport al tremendo problema della disabilità mentale.

Per intanto, i Maestri dello Sport sono orgogliosi di sentirsi un pò
autistici, cioè estranei, a quella porzione di società che calpesta e
se ne frega di valori della solidarietà e scusate se non possiamo fare
di più. Piove sul bagnato. Perché proprio oggi, il Comune di Roma (V
Dipartimento), dopo 12 anni di erogazione continua (con qualsiasi
Giunta fosse insediata in Campidoglio), ha negato definitivamente il
finanziamento di 24 euro annui per le spese di mensa e di trasporto
dei ragazzi autistici del “Progetto Fidippide”, robetta rispetto alle
ruberie venute alla luce sotto lo sguardo marmoreo di Marco Aurelio (nella foto).

Una solerte funzionaria del Comune a sprezzo del ridicolo, ha
comunicato al presidente dell’associazione benemerita del Comitato
Paralimpico, Nicola Pintus, che “non possiamo contribuire…”.

Anche noi, parimenti, “non possiamo” sopportare più questa insensibilità sociale di ambienti politici (si fa per dire), che hanno permesso invece dinamiche ormai conosciute sotto la sigla di “Mafia Capitale”. C’è un solo modo di definire tutto questo: Alla vergogna non c’è limite. O no?

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