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Chechi sconfitto dal “federale” Tecchi

(di Gianni Bondini)* – Juri Chechi non ce l’ha fatta, ma di poco.
Battuto 52 a 48% dei voti degli elettori della FederGinnastica (FGI).

Ieri pomeriggio, dopo una fugace illusione, è andata così nell’assemblea
al Crowne Plaza Hotel di Roma. Il Signore degli Anelli è stato battuto
da un campione della nomenclatura federale. Gherardo Tecchi, marchigiano di 67 anni. Un dirigente di lungo corso, che ha prevalso grazie al
sostegno determinate di due Presidenti. Perché hanno respinto Chechi sia
Bruno Grandi, sia Riccardo Agabio. Gli ex presidenti mondiale e federale
della Ginnastica. Colpiti “sulla via di Damasco” (come San Paolo)
dall’illuminazione. Mettere un campione olimpico a dirigere la FGI? Ma
non scherziamo, si porterebbe dietro pure un altro ginnasta stellare,
Igor Cassina. Se fosse ancora vivo l’avvocato Alessandro Frigerio, ex
vicepresidente olimpico del dopoguerra, direbbe “non mollano lo sport
agli sportivi”.
Il voto è sovrano è va rispettato, ma una riflessione fuori dal coro e
anche per rispondere indirettamente al neo presidente Tecchi, che a
caldo ha detto: “Il successo su Chechi vale doppio”. Ma non sono
proprio elezioni, ma cooptazioni, in cui la dirigenza riproduce se
stessa.

E lo sport? E’ una cosa troppo seria per affidarlo agli
sportivi. Per il momento c’è un solo olimpionico presidente federale:
Giuseppe Abbagnale (canottaggio). A quando gli “Stati Generali dello
Sport”, come correttamente richiesto dal direttore dell’agenzia Sporteconomy (Marcel Vulpis) ospite ieri mattina su Omnibus (LA7)? Mancano dal 1987 (presidente Carraro). Non sarebbe ora di rivedere le “regole del gioco”? Li chiamavano Trinità..

  • giornalista e scrittore sportivo romano
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