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Barbaro (ASI) sulla Riforma dello Sport introdotta nella Legge di Bilancio

(di Giovanni Bocciero) – In attesa di venire a conoscenza dei dettagli della riforma dello Sport (fortemente voluta dal sottosegretario di Stato Giancarlo Giorgetti) inserita nella Legge di Bilancio 2019, e con la proposta del ministro dell’Istruzione (MIUR) Marco Bussetti di introdurre l’insegnante di educazione fisica sin dalla scuola primaria, abbiamo interpellato il senatore della Lega, Claudio Barbaro (dirigente sportivo di lungo corso e presidente dell’ente di promozione sportiva ASI). Dal prossimo anno infatti la Coni servizi sarà trasformato in una nuova società (Sport e Salute SpA) sotto il controllo diretto del MEF (da sempre azionista di riferimento del Coni). Una vera e propria “rivoluzione copernicana”, con il CONI (guidato dal presidente Giovanni Malagò) che si occuperà soltanto di gestire la preparazione olimpica dell’Italia Team (con una dote di 40 milioni di euro). 

D: Sembra chiaro che il Governo, con la Riforma dello Sport, abbia intenzione di inquadrare lo sport soprattutto come disciplina di base e non solo di alto livello, rivalutando la sua funzione sociale ed inclusiva?

R: «Assolutamente. Se si è deciso di andare in questa direzione è solo e soltanto perché si vuole dare una dimensione diversa a come è stato concepito lo sport sino ad oggi in Italia. È un passaggio importante e che presenta qualche rischio, perché comunque, nell’immaginario collettivo degli italiani, il Coni ha, da sempre, rappresentato il Ministero dello Sport, pur non avendone sia le competenze che le risorse. Credo però che questo modo di pensare abbia generato qualche equivoco, del quale non è responsabile il Coni, ma che in ogni caso, adesso, deve essere risolto».

D: Lo sport deve ricominciare ad essere praticato soprattutto nelle scuole, ed è un segno che il ministro Bussetti abbia avanzato la proposta del docente di educazione fisica di ruolo sin dalla scuola primaria?

R: «Non è soltanto un segno tangibile di cosa si vuole fare, ma credo che bisogna dare atto al ministro Bussetti di questa volontà portata avanti senza mai coinvolgere il Coni. Questo non perché l’istituzione sportiva non ne abbia le competenze o non voglia portare lo sport nella scuola, ma perché semplicemente non ha nessuna forza, né culturale né economica, per potersi fare carico di tale iniziativa. Questo è un problema tutto dello Stato, quindi ben venga la possibilità di introdurre lo sport nella scuola primaria, ma è innegabile che parliamo di un cospicuo utilizzo di risorse intorno ai 2 miliardi di euro. Mi auguro che se non è oggi presto si possa comunque iniziare a ragionare in questa direzione».

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Redazione

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