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Abodi (LNPB) a LPP: Siamo un punto di riferimento e nel calcio c’è molta presunzione

Il presidente della Lega B Andrea Abodi ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Sportitalia durante la trasmissione televisiva La Partita Perfetta: “Non sottovalutiamo la Lega B. Ci ha consentito di essere percepiti come un punto di riferimento e spesso è un piccolo esempio – ha detto il massimo esponente della serie cadetta – qualche volta invece diamo fastidio perché ci poniamo domande che altri non si pongono. All’interno del sistema non tutto viene a galla, a volta ci chiudiamo dentro un palazzo e pensiamo di interpretare le opinioni delle persone. Il problema – prosegue Abodi – è la mentalità e la cultura, i tifosi non vogliono parlare di politica sportiva, noi dovremmo essere un ammortizzatore dando tranquillità alle persone. La gente deve sapere che il prodotto sia vero, mentre i dirigenti si devono accorgersi che il calcio esiste grazie al pubblico.

Il passo successivo? Le volate troppo lunghe a volte logorano. Il futuro si costruisce bene lavorando nel presente con determinazione e serenità. Per me è un dono e devo rispettarlo fino in fondo. La Serie B fornisce tanti giovani, nuovi allenatori e arbitri che poi passano in Serie A, questa è la nostra missione. Intorno al campo abbiamo dimostrato di essere un riferimento per tutte le società. Abbiamo fatto un grande salto di qualità, per esempio saranno aperti altri cinque impianti. Cosa voglio fare da grande? La politica internazionale non è nelle mie prospettive, considerando anche la mia esperienza. Se non vieni candidato e poi votato è inutile ricercare obiettivi più grandi. Devo rispettare i presidenti di B che hanno creduto in me, questo mondo è divorato dalle ambizioni. Questo mondo è pieno di presunzione, io sono sempre rimasto con i piedi per terra, vorrei il calcio insieme agli altri sport per riavvicinarlo alle persone. Negli altri paesi è uno sport più popolare proprio perché è poco presuntuoso. Una sola promozione in Serie A? La qualità di una competizione è legata al rischio. Più restringi i rischi e più una competizione muore durante il suo cammino. Fino all’ultimo deve esprimere le sentenze senza perdere di fascino. Io sono pronto a discutere di tutto, sono 5 anni che cerco interlocutori. Caso Pisa? E’ una cosa triste. Chi mi conosce sa che io sono ovunque dove c’è un problema. Noi interveniamo e cerchiamo di risolvere anche i problemi di Latina e Ascoli, questo è un modo per fare associazione” – ha concluso.

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