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Spot da brividi nel Super Bowl LIII. Lo lancia a sorpresa il quotidiano The Washington Post

Spot da brividi nella notte del Super Bowl LIII (vinto dai Patriots sui Rams per 13-3), il super evento sportivo a stelle e strisce. E a firmarlo non è una azienda di largo consumo, bensì un noto quotidiano/media: “The Washington Post”. Un 70 secondi dedicato al valore dell’informazione, della libertà e della democrazia nel mondo.
Because knowing empowers us. Knowing helps us decide. Knowing keeps us free. For more than 140 years The Washington Post has been a key part of democracy, holding government accountable and safeguarding the interests of readers. Read more: https://wapo.st/2MNBVul.
Bisognerebbe mandarlo in “loop” nelle stanze dei nostri parlamentari, con le casse a mille, soprattutto nella stanza di Vittorio Crimi (che ha la delega per l’editoria) e Luigi Di Maio (vicepremier e ministro Mise/Lavoro). Entrambi vogliono tagliare i contributi a chi ha ancora la voglia di raccontare la verità in modo professionale: i media italiani. Possiamo trovare mille difetti nei media, ma sono la voce sempre “viva” della Democrazia. Viva il pluralismo dell’informazione. Viva chi la pensa in modo diverso da noi, sempre e comunque. Questa è la Democrazia e i media assolvono perfettamente a questo ruolo.
I Governi passano, la Democrazia resta in eterno – è una fiamma viva in tutti noi, in tutto coloro che vogliono vivere da uomini e donne liberi.
La conoscenza ci rende forti

La conoscenza ci aiuta a decidere

La conoscenza ci rende liberi

La democrazia muore nell’oscurità recita Lo spot del Washington Post sulla #LibertàDiStampa trasmesso ieri notte durante il #superbowl

“Sapere ci rende liberi” è lo slogan lanciato alla fine del video e accompagnato dal nuovo motto del giornale “Democracy Dies in Darkness“. Fra le immagini, il ricordo di tre reporter catturati o uccisi negli ultimi anni: Austin Tice, Marie Colvin e Jamal Khashoggi (nella foto in primo piano – un frame dello spot). 

#PressFreedom

https://youtu.be/ZDjfg8YlKHc

 
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Marcel Vulpis

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