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Esclusiva – Diritti tv: la Supercoppa italiana in Arabia Saudita non è di gradimento di beIN.

ESCLUSIVA, DIRITTI TV , intervista a beIN il colosso qatariota, che combatte la “pirateria” nella trasmissione degli eventi sportivi. 

(di Massimo Lucchese) – beIN , broadcaster qatariota, investe milioni di dollari ogni anno nel contrastare le piattaforme “pirata”, che trasmettono “free” gli eventi sportivi,match della Serie A italiana inclusi, di cui il colosso arabo è detentore attraverso l’acquisizione di diritti pagati profumatamente.

Peccato, sostiene il management di beIN, che non tutte le associazioni che gestiscono sport events siano consapevoli del danno economico da loro subito e non contrastino efficacemente la pirateria dei diritti tv. L’accusa, non troppo velata, in questo caso è rivolta alla Lega calcio di Serie A, che ha preferito far disputare la finale di SuperCoppa di Lega, tra Juventus e Milan, a Jeddah (a partire dalle ore 18.30 italiane), in Arabia Saudita, proprio dove, secondo beIN, ha sede la piattaforma “pirata” BeOutQ.

Sono due i top manager di BeIn, che hanno accettato di condividere con noi i loro pensieri e le strategie del colosso multimediale arabo: Tom Keaveny, Managing Director di beIN per l’area MENA (Middle East e North Africa) e David Sudgen, Director of Corporate Affairs & Communication di beIN Media Group.

Ma chi è BeoutQ e chi c’è dietro questa piattaforma illegale? “Abbiamo un’evidenza incontrovertibile che la piattaforma pirata sia basata in Arabia Saudita. Prove che risultano non solo dai nostri dati ma anche da indagini condotte da “terze parti” e che, innegabilmente, portano a sostenere che BeOutQ sia basata in Arabia Saudita con l’utilizzo di ArabSat (azienda di telecomunicazioni, la cui maggioranza appartiene al Governo saudita) per le trasmissioni pirata”.

Quali sono le dimensioni del danno economico che state subendo dalla presenza di  BeoutQ? “Negli ultimi anni stimiamo oltre 1 miliardo di Usd di danni considerando il valore delle minori sottoscrizioni, i minori introiti pubblicitari , i costi legali sostenuti nella battaglia contro l’Arabia Saudita e BeoutQ ed i costi legati agli investimenti tecnologici che sono necessari per combattere la pirateria; senza considerare ovviamente il valore del tempo che il nostro top management sta dedicando da troppo tempo al contrasto delle attività della piattaforma BeoutQ . Sono dati ufficiali, questi, di cui abbiamo fatto disclosure  recentemente e sono legati alle richieste economiche fatte all’Arabia Saudita, attraverso un arbitrato internazionale”

Qual è il valore dei diritti della serie A che avete acquistato, per i prossimi anni, attraverso IMG per i mercati internazionali? “beIN è il più importante broadcaster globale e trasmette in MENA, in molti Paesi dell’Asia (dall’Indonesia alla Thailandia, al Laos e alla Turchia), in Europa (Francia e Spagna), in Australia; per il triennio 2018-21 beIN ha acquistato i diritti internazionali per questi mercati pagando 500 milioni di Usd, un importo “monster”, che fa di beIN un partner strategico della Serie A italiana, a cui però contestiamo di non tutelare i nostri diritti di rightsholder, andando a giocare la finale di Super Coppa di Lega proprio a Jeddah, Arabia Saudita, dove ha sede BeoutQ”.

La scelta della Lega Calcio può incrinare la relazioni con beIN e portare ad un ripensamento (futuro) del vostro investimento nel calcio Italiano? “Noi agiamo sempre con trasparenza e correttezza e nella logica di instaurare una partnership collaborativa in una long-term relationship, ma investiamo i nostri soldi dove i nostri diritti di rightsholder sono tutelati. E’ una equazione molto semplice: se non siamo tutelati non abbiamo interesse ad investire. Del resto anche alcuni politici italiani, compreso il vostro vicepremier (Matteo Salvini, nda),  si sono schierati contro la decisione di giocare il match in Arabia Saudita (anche se per motivi diversi), ma sono rimasti inascoltati dalla Lega calcio.
Noi abbiamo sollevato il problema legato alla pirateria della piattaforma BeoutQ in tutte le sedi opportune (non solo con la Lega calcio italiana) da oltre 18 mesi, ma solo ora siamo riusciti a dare visibilità a questo problema; la piattaforma BeoutQ è una realtà “parassita”, che danneggia non solo il mondo sportivo ma tutto l’entertainment, trasmettendo infatti attraverso i loro canali qualsiasi tipo di evento”. 

Alla luce degli investimenti, non solo sportivi, da parte di aziende del Qatar in Italia (vedi Real Estate nel Nord Italia e AirItaly in particolare) credete possano esserci conseguenze nelle relazioni tra il nostro e il vostro Paese? “ Preferiamo lasciare queste considerazioni ai due Governi. Possiamo immaginare, però, che queste problematiche non aiutino in un prossimo futuro”.

Quali associazioni internazionali vi stanno sostenendo nella lotta alla pirateria dei diritti sportivi “A livello internazionale c’è una grande attenzione sul tema e ad esempio FIFA e AFC sono con noi in prima linea nella difesa dei nostri diritti”.

Cambiando tema come vi state preparando in qualità di broadcaster ufficiale della World Cup di Qatar 2022? “Siamo come detto l’Official Broadcats della manifestazione e stiamo lavorando per mostrare al mondo la nostra tecnologia, il nostro talento e le nostre facilities. Siamo un gruppo ambizioso e la World Cup è certamente un’opportunità per l’espansione globale della nostra aziende e del nostro business”.

Quello lanciato dai due managers di beIN è un messaggio chiarissimo al calcio italiano e non solo. Gli investimenti ed i diritti acquisiti vanno protetti sempre ed il valore va oltre quello della somma pagata dal colosso arabo.

Per la cronaca i vertici beIn, nelle ultime ore, hanno indirizzato una “lettera” alla Lega calcio serie A, invitandoli a non giocare la Supercoppa in Arabia Saudita. Una richiesta caduta nel vuoto, visto che oggi, alle 18.30 italiane, si giocherà la finale 2018 tra Juventus e Milan al King Abdullah Sports City Stadium di Jeddah. 

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Massimo Lucchese

Massimo Lucchese

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