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Ghiretti (SG+): Nella formazione in ambito sportivo ci poniamo come “costruttori” di strade

(di Marcel Vulpis) – Negli ultimi 15 anni l’agenzia “Studio Ghiretti” ha “aiutato” lo sport a crescere, a partire dalle più importanti organizzazioni sportive. A distanza di tre lustri, la struttura parmense si è rimodellata sotto l’impulso del suo fondatore (Roberto Ghiretti – nella foto) ed oggi è diventata SG+ (con sedi oltre che a Parma, a Milano e Roma), sempre più focalizzata sullo Sport Advisoring. Ne abbiamo parlato con Ghiretti concentrandoci su tre macro aree tematiche: formazione, engagement (interna ed esterna) e social responsability (occasione per altrettanti approfondimenti).

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D: Ghiretti, perché è strategica la formazione anche nello Sport?
R: Lo sport è un macro settore industriale, così come l’abbigliamento o l’alimentare. Quando si parla di sport il grande pubblico pensa immediatamente alle società di calcio professionistiche, che, infatti, sono delle Società per Azioni (SpA) e, quindi, devono essere gestite come delle imprese e, a fine anno, devono fare utile e generare ricavi (possibilmente) in crescita. La formazione non deve riguardare solo i livelli dirigenziali più alti del mondo professionistico, deve toccare e coinvolgere tutti i diversi ambiti anche quelli che coinvolgono, per esempio, ruoli in ambito volontaristico (molto diffuso nello sport italiano). Quindi si deve strutturare sia a livello di base, che di ruoli cosiddetti “apicali”.

D: In questi ultimi anni la formazione specialistica dedicata a chi intende entrare nel mondo dello sport è in forte crescita.
R: Oggi esistono decine di corsi, master, seminari e progetti specialistici di formazione. Una vera esplosione che porta ad una serie di riflessioni, anche critiche (nel senso di critica costruttiva). Le prime tesine in Italia in marketing sportivo portano la data dell’inizio degli anni ’90. Lo sport, in ambito formativo, pertanto, non ha neppure 30 anni di vita. E’ una frontiera di mercato ancora molto giovane. Attualmente c’è una vastissima offerta formativa e, per certi versi, anche esagerata. Perché non sempre il settore dello sport industry riesce ad assorbire tutti coloro che vorrebbero entrarvi. Ma è anche il segnale di una grande “passione” di questi giovani, che da tutta Italia, ambiscono a lavorare nello sport. Questo è un elemento che non si può disperdere, semmai è da valorizzare.

D: Qual è la vostra idea di formazione?
R: Sicuramente è rivolta a tutti i livelli delle strutture societarie sportive, per arrivare a far crescere un nuovo modello compiuto di organizzazione, che abbia al centro i valori dello sport, a partire dall’etica, per passare attraverso corrette modalità di management aziendale. Nel futuro le società non dovranno solo pensare a reperire sponsor per le proprie esigenze, ma a sviluppare progetti di comunicazione e marketing idonei per la crescita della struttura nella sua interezza. Più in generale, queste strutture, dilettantistiche, così come professionistiche, dovranno saper rispondere alle mutate esigenze dei propri associati, o, più in generale, ai bisogni della moderna società italiana. Questo è il ruolo di “guida”/bussola di orientamento, che SG+ vuole ricoprire in questo specifico settore sul mercato tricolore. 

D: Quanto è importante il ruolo dello “Sport” nella società italiana?
R: E’ la terza agenzia educativa, dopo famiglia e scuola. Serve, però, un patto chiaro per il futuro dello sport tricolore, mettendo in rete e a sistema queste tre importantissime componenti. Da un lato dobbiamo lavorare per far capire a chi vuole entrare nel mercato che lo sport deve sempre più professionalizzarsi, come approccio di lavoro, dall’altro dobbiamo insegnare ai giovani che la figura del dirigente sportivo è simile a quella di un “costruttore di strade”.

D: Nell’ultimo anno come vi siete mossi sul mercato della formazione?
R: Un dato quantitativo può servire a far capire meglio il nostro impegno nel settore. Abbiamo erogato più di 70 giornate di formazione a tutti i livelli della dirigenza sportiva, coinvolgendo federazioni, leghe, club professionistici, enti di promozione sportiva, enti locali, e anche semplici ASD. Non vogliamo vendere formazione tout court, né sostituirci, per esempio, alla Scuola dello Sport del CONI, che fa questo lavoro egregiamente, ma rispondere agli innumerevoli bisogni del mondo dello sport. Creare dirigenti competenti a tutto tondo in tutti gli sport, quindi non solo nel calcio. Formare nuova linfa nel mercato della dirigenza sportiva, oltre a cercare di rinnovare le società com nuovi modelli di gestione e competenze. SG+ non investe nella formazione per business, ma perché crede che la formazione sia un fattore strategico e lo crediamo soprattutto da quando siamo nati più di 15 anni fa.

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Marcel Vulpis

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