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Baranca (FederBet): Match-fixing, fenomeno molto diffuso a livello europeo

“Il fenomeno sempre più crescente di match-fixing a livello europeo, soprattutto nel tennis, denota l’immobilismo di chi sarebbe proposto a controllare, ma non lo fa come dovrebbe, e l’ampiezza raggiunta nella diffusione delle combine”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Francesco Baranca, segretario generale di Federbet, la Federazione internazionale con sede a Bruxelles – della quale fanno parte diversi bookmaker europei – che si occupa di prevenire e contrastare il match-fixing, a seguito dell’arresto da parte delle autorità spagnole di 34 persone, tra cui sei tennisti posizionati tra il numero 800 e 1.200 del ranking mondiale, nell’ambito un’operazione legata al matchfixing e a sospette partite truccate in tornei minori in Spagna e Portogallo. I 34 arrestati sono accusati di frode, corruzione e l’appartenenza ad un’organizzazione criminale.

Il logo di FederBet

Il logo di FederBet

Qual è la situazione del match-fixing a livello europeo?

“Quanto accaduto in Spagna è solo una piccola parte del più ampio fenomeno che riguarda principalmente il mondo dei tornei Futures (che rappresentano la più bassa categoria del tennis professionistico, sotto i Challenger ndr) che sono una mercificazione allo stato puro. La nostra funzione di controllo si avvale della collaborazione di importanti partner tra cui SKS365 e da quest’anno anche di Domusbet e della russa Fonbet: dallo scambio dei dati effettuiamo un controllo sull’andamento delle puntate e tuteliamo i consumatori”.

Quale l’atteggiamento di Federazioni e Polizia di fronte al fenomeno delle combine?

“Quando dall’analisi incrociata dei dati notiamo delle anomalie, ci rivolgiamo in primo luogo alle Federazioni di riferimento e secondariamente alla Polizia. Spesso dalle Federazioni non riceviamo risposta, forse perché non hanno le competenze e la necessaria capacità per andare a fondo. Abbiamo invece visto che se la polizia vuole andare a fondo, riesce a scoprire e debellare il fenomeno, come accaduto in Spagna”.

Come si può combattere il fenomeno del match-fixing?

“La cronaca ci insegna che i fatti che abbiamo denunciato negli ultimi anni si sono puntualmente verificati. La prevenzione è elemento fondamentale, ma deve essere messa in atto dai soggetti che fanno parte del mondo dello sport. Serve una prevenzione efficace, che passi dalla cooperazione con le società e che porti alla denuncia da parte delle stesse dei giocatori che sbagliano, ma fatta giorno per giorno. Se invece non dovesse esserci questa volontà da parte di federazioni e società, l’ipotesi di un’indagine giudiziaria può essere la soluzione. E da questo punto di vista in Italia abbiamo esperienza di eccellenze, basti pensare all’indagine della Procura di Cremona sul calcioscommesse”.

Nel nostro Paese sono stati registrati movimenti sospetti relativi al fenomeno del match-fixing?

“L’Italia non è esente da questo fenomeno. Secondo i nostri dati, nell’ultimo anno in Italia sono stati registrati molti movimenti sospetti soprattutto nei Challengers e Futures giocati in Puglia, pari a più del 50% delle partite giocate nel primo turno. Non solo. Le segnalazioni a livello europea riguardano anche tornei prestigiosi come Wimbledon e gli US Open: in quest’ultimo torneo, solo dai partner a noi affiliati, una singola gara ha mosso giocate sospette per 1 milione di euro. Anche il ping pong non è esente dal fenomeno: fenomeni di match-fixing sono stati registrati anche nelle gare legate alle qualificazioni alle Olimpiadi di Rio della scorsa estate. Senza dimenticare il calcio, che ha nelle combine un problema endemico che non risparmia nessun campionato: in Russia ad esempio è stata segnalata una partita di quella che corrisponde alla nostra Serie A, la seconda nel giro di sole tre settimane”, ha concluso Baranca. AGIMEG

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Redazione

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