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M5S, Ladri di sogni olimpici!

Presidente Malagò,

mi permetto di inviarLe questa lettera aperta sul tema della candidatura di Roma2024.

Inizio a parlare di “sogni” (che per i grillini sono invece incubi), perché senza un “dream” un Paese muore. Senza un dream non c’è futuro, né oggi né mai. Senza un sogno o una visione di scenario è difficile sviluppare progettualità, quale che sia il settore di riferimento.

Ma torno a ragionare soprattutto dei sogni di chi è più giovane di noi.

Parlo dei sogni di due giovani ragazzi (Marcel Andrè e Valerioper la cronaca due dei miei tre figli), rispettivamente di 10 e 12 anni (uguali a quelli di tante altre migliaia di giovani come loro), che hanno voglia di vivere un’emozione unica, come l’Olimpiade a Roma nel 2024. Sogni ripeto che si sono infranti miseramente sul muro pentastellato di una prima cittadina, che non ha avuto neppure il buon gusto di nascondere la sua gioia (con tanto di risata compiaciuta in conferenza stampa) nel proclamare il NO a Roma2024. Un gesto brutto e ineducato come quello di far aspettare 40 minuti il capo dello sport italiano (Giovanni Malagò) nella sala d’attesa del Palazzo Senatorio in Campidoglio.

Chi ha scippato i sogni di questi due ragazzi romani? Principalmente signori di nome Virginia Raggi (sindaca di Roma) e Beppe Grillo (garante del movimento a 5 stelle). Per me sono #LadridiSogni. E’ inutile girarci attorno.

Non è più tempo di meline o inciuci. Il mondo dello sport italiano vuole le Olimpiadi, il Movimento a 5 stelle, non essendo in grado di supportare il CONI nell’organizzazione, ha preferito dire NO, per manifesta inferiorità (sotto il profilo tecnico-politico – non a caso non c’è ancora il capo gabinetto del sindaco e l’assessore al Bilancio), come quando un pugile viene dichiarato sconfitto dall’arbitro sul ring. La loro presunta vittoria è di fatto una sconfitta morale, che stanno addebitando ai 2,8 milioni di romani residenti nella Capitale d’Italia.

L’aspetto incredibile di questa storia è che i 5 STELLE hanno fatto tutto da soli: hanno deciso di non sfruttare questa opportunità, hanno puntato sempre a fare lo “sgambetto” al CONI e al comitato promotore (nascondendosi dietro una presunta coerenza rispetto al programma elettorale per le comunali di Roma2016), hanno creato al computer dei nemici che non esistono, hanno operato, esclusivamente attraverso slogan, contro fantasmi del passato (corruzione, sprechi record, ecc.), che, oggi, non troverebbero spazio nel progetto della candidatura olimpica (per il supporto dell’ANAC di Cantone e per la costituzione di un comitato di garanti in seno a Roma2024).

E’ un no “ideologico”, che va al di là di qualsiasi valutazione di merito, e sicuramente in barba al buon senso comune.

Il No a Roma2024 era da tempo nelle corde della sindaca Raggi, sempre più “ostaggio politico” di un movimento che ha paura anche della propria ombra, chiuso in un “giacobinismo” senza senso, ma soprattutto senza ritorno.

Così Destra e Sinistra, indistintamente, sono ormai nemici da eliminare, così come i costruttori romani (“…sarebbero state le Olimpiadi del mattone e delle lobby”, hanno assicurato Virginia Raggi e Daniele Frongia, rispettivamente sindaco e vice-sindaco del comune di Roma) e da ieri anche il CONI di Giovanni Malagò, reo di essere “amico” di Luca Cordero di Montezemolo (presidente del comitato di Roma2024), osannato fino ad un anno fa, quando sedeva in Ferrari, adesso nemico pubblico numero uno (da parte del M5S).

La conferenza stampa di ieri pomeriggio è stata la sommatoria, più unica che rara, di una serie di falsi storici, leggende metropolitane e dati raccolti di Wikipedia di professori di Oxford sconosciuti ai più, ma ormai miti in carne e web del Movimento 5 Stelle, più attenti a “googlare” che a cercare di dare un senso ed un filo logico alle dichiarazioni populiste e qualunquiste sparate in modo seriale.

Così a 48 anni suonati, tutti dedicati ai temi dell’economia dello sport business, ho scoperto da Frongia, ieri pomeriggio, che non è mai esistita un’edizione a costo zero a livello olimpico. Los Angeles ha chiuso l’edizione a cinque cerchi, ben due volte (l’ultima nel 1984), con il segno più, andando ben oltre il break even di cui parlava (senza sapere) lo stesso vice-sindaco. Nel lontano 1984 quel comitato organizzatore è stato talmente professionale da lasciare in eredità alla collettività denaro per le scuole, periferie e per il comitato olimpico statunitense. Nelle slides presentate dalla Raggi non ci crederete, ma non c’è neppure un rigo su questo doppio esempio virtuoso californiano. Casualità, errore, dimenticanza o cos’altro?  

C’è solo il riferimento al prof. Gavin Poynter accademico presso la East London University (ELU), un centro universitario, secondo la classifica mondiale, oltre la 700ima posizione. Sì avete letto bene: oltre la 700ima posizione. Un centro accademico, dove, stranamente, visitando il sito si scopre che c’è una forte attenzione allo sport agonistico di livello internazionale (sull’home page si parla di ben sei atleti vincitori di medaglie ai Commonwealth Games) per poi però arrivare, nel caso di Poynter, ad un pamphlet carico di dati negativi contro i mega-event sportivi (come per esempio i Giochi estivi ed invernali). Da un lato quindi Poynter (professore di scienze sociali ed economiche) vende a caro prezzo le sue indagini sui portali online specializzati in e-book, poi con l’altra mano si appoggia su università come l’ELU orientate al binomio sport e studio. Non vi sembra un palese controsenso, oltre che una mancanza di coerenza anche da parte dell’accademico britannico?

Ma torniamo all’evento di ieri pomeriggio. Uscendo dalla conferenza stampa ci siamo chiesti tutti a quale titolo il M5S abbia potuto prendere una decisione così drastica, senza, tra l’altro, dare la possibilità, ai tanti romani che amano lo sport, di vivere una emozione unica come Roma2024.

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Noi crediamo che i romani abbiano diritto di poter esprimere il proprio Si o No ai Giochi del 2024, attraverso un referendum popolare. Può il primo cittadino decidere per tutti? Secondo noi no e non è una discussione solo di principio, ma soprattutto di sostanza, perché la democrazia partecipativa non è un feticcio da sbandierare solo quando fa comodo. Si fanno le dirette streaming in casa M5S solo quando fa comodo, perché altrimenti ci si chiude nelle stanze pentastellate in riunioni di correnti, come nei migliori tempi della Democrazia Cristiana. 

La sindaca di Roma Raggi parla di “Sport per tutti e di tutti”, di sport gratuito per i bambini, peccato che, grazie a Roma2024, sarebbero stati stanziati soldi per le scuole, proprio per sostenere, in ogni distretto cittadino, il sogno di una Olimpiade.

Dopo questa atto di forza pentastellato mi sento più arrabbiato, forse anche più tenace, ma, almeno per il momento, più incapace di poter incidere e sognare il proprio futuro. Ieri ho vissuto sulla mia pelle che esiste un soggetto politico (M5S) che vuole decidere per tutti, senza dialogare, confrontarsi o rivedere le proprie posizioni, anche perché sono al governo di una città (la Capitale del Paese) e non più all’opposizione come appena due anni fa.

Avevo parlato con i miei figli di questa idea a cinque cerchi da Lei lanciata e di cosa significa vivere un’emozione olimpica (a titolo personale sono stato presente nel ’96 ad Atlanta, nel ’98 a Nagano e nel 2000 a Sydney). E in loro c’era voglia di viverla questa emozione.

E adesso? E’ tempo di reagire, perché quello che è successo ieri a Roma è un danno di immagine incalcolabile per lo sport tricolore che Lei rappresenta. Personalmente ci credo ancora e mi piacerebbe vedere Marcel Andrè e Valerio nello stadio Olimpico di Roma2024 come volontari o semplicemente come spettatori. Ecco perché mi permetto ancora di sognare e di lanciare quest’hashtag #IoCiCredoRoma2024

Marcel Vulpis – direttore agenzia Sporteconomy

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Marcel Vulpis

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